
Artista che sta sondando le massime possibilità di lavorazione del marmo è Fabio Viale, cuneese, classe 1975.

Sorprende con le sue idee che supportate da una capacità scultorea impressionante, divengono solide realtà.

Fabio Viale è un virtuoso della sottile lavorazione del marmo. Oltre a sculture che ricalcano i modelli classici reinterpretati in chiave moderna, magnificamente resi nell’anatomia e arricchiti di decorazioni simili a tatuaggi, è attratto dalla contrapposizione tra il pesante minerale e la possibilità di renderlo leggiadro, fluttuante, scolpendo soggetti che solitamente sono di tutt’altro materiale.

È ancora leggenda la barca che nel 2009 ha varato nelle acque della Neva di San Pietroburgo, la più grande di una serie. Completamente in marmo, pesa 400 kg ed è lunga 4,5 metri, è dotata di motore e ha uno scafo spesso dai 3 ai 4 cm. Perfettamente galleggiante e governabile, può solcare le acque mostrando la sua silhouette marmorea, bianca simile ad una barca fantasma, invece solida e veloce.


Sfidando la normale concezione della materia, Viale scolpisce sacchetti di carta a grandezza naturale di poco più spessi di quelli veri, aereoplanini di finissimo marmo, rotoli di carta igienica, cassette che solitamente sono in plastica o legno per la frutta, perfette in ogni minimo dettaglio, che siano chiodi, venature del legno, scalfitture.


Viale è una continua scoperta: dalla rappresentazione dell’ impossibile leggerezza, passa alla malleabilità dei copertoni delle auto, dei trattori, delle moto, descritti nei più minuziosi dettagli tanto da poter essere scambiati per veri, accessoriati delle punte in metallo tipiche dei pneumatici da neve. Li scolpisce l’uno dentro l’altro come anelli di una catena impossibilitati ad essere slegati. Viale va oltre la classicità della scultura e propone una reinterpretazione del filone Pop italiano anni ’60. Se Tano Festa dipingeva la “Testa di Adamo” sullo stile di Warhol, lui scolpisce la “Gioconda” ovviamente in marmo ma trasformato in polistirolo.

La sua capacità scultorea lascia interdetti, è evidente che è capace di scolpire di tutto, perfino due pezzi di polistirolo intersecati tra loro per rappresentare il paradosso tra ciò che è il soggetto, leggerissimo e la materia di cui lui lo compone, il solido marmo.
