Giuseppe De Nittis, Realista, Impressionista, Macchiaiolo

Giuseppe De Nittis, Realista, Impressionista, Macchiaiolo

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Giuseppe De Nittis – I Pioppi

L’Avvicinarsi Del Temporale” e “Il Passaggio Degli Appennini” sono due perle della pittura che ci arrivano dalla metà dell‘800, due capolavori di quelli che chiunque, amatori, critici, conoscitori, ignari, appassionati o semplici passanti si fermerebbero a guardare e da cui sicuramente gli occhi sarebbero rapiti per infiniti attimi di ammirazione sconfinata.

Giuseppe de Nittis nacque a Barletta nel 1846, presto orfano del padre imprigionato per motivi politici, poi suicida, si dedicò alla pittura e frequentò l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Come il suo stile, in realtà inetichettabile, fu subito ribelle verso le restrizioni accademiche e al secondo anno fu espulso. Si appassionò alla pittura dei paesaggi, al Realismo e nel 1866, giunto a Firenze si accostò ai Macchiaioli. Girovago, toccò i punti nevralgici artistici italiani fino ad approdare nel 1867 a Parigi.

l'avvicinarsi del temporale 1868
Giuseppe De Nittis – L’Avvicinarsi Del Temporale – 1868

Probabilmente nel suo periodo parigino, dipinse questo emozionante “L’Avvicinarsi Del Temporale”, del 1868, una impressionante tela dove è ancora vivida la forte influenza macchiaiola, ma campeggia soprattutto la possente carica emotiva del De Nittis.

Incantevoli, pennellate brune si fondono con quelle rischiaranti più nitide tanto da poterle contare e  fili giallastri eterei, formano l’ipotetico cammino, la via che ancora si apre nella campagna ormai scura. Un viandante rarefatto come lo è l’atmosfera, al momento della sua massica carica statica prima della bufera, lo segue mentre tutto intorno è cupo, pronto a scatenare il roboante suono dell’irascibile natura. Le grandi pennellate scariche di materia che lasciano intravedere la trama della tela e l’imprimitura, ci mostrano come il grande maestro De Nittis sia capace, senza artefatti e ripensamenti, di riproporci sensazioni forti e riesca ad immortalare in questo dipinto, tutta l’emozione che questo paesaggio ci può dare.

Giuseppe De Nittis Il passaggio degli Appennini, 1867
Giuseppe De Nittis – Il Passaggio Degli Appennini – 1867

Non è da meno l’altro dipinto “Il Passaggio Degli Appennini” del 1867, che De Nittis dipinse forse durante il viaggio che lo portò in quel periodo a Parigi.

Maestro della resa pittorica del cielo tempestoso, virtuoso descrittore del balenio della tenue luce solare sopra le nuvole grigie, De Nittis in quest’opera unisce la sottile descrittività ancora realista, alla ricerca dell’impronta di colore enfatizzata dalla pennellata macchiaiola, esaltando i riflessi con vivi tocchi in punta di pennello e la resa del riverbero sulla strada bagnata con la fusione di gialli luminescenti.

Si assapora il freddo umido della campagna desolata, la bruma che ricopre case, cespugli, alberi ed il contrasto che l’umanità genera sempre quando si avventura tra le forze primordiali della natura, che non può domare, non può modificare con le sue costruzioni ma solo sfidare e attraversare con quelli che sembrano gusci di noce, paragonati alle furie delle tempeste.

A Parigi De Nittis espose al Salon nel 1869 con opere mutate nello stile e più vicine ai pittori parigini conosciuti tra cui spiccava Jean-Léon Gérôme. Ma nel 1872 espose ancora con una rinnovata indipendenza stilistica primordiale. Impossibile non citare l’opera esposta nel 1874 “Che Freddo!”, un gioiello.

Che freddo! De Nittis 1870
Giuseppe De Nittis – Che Freddo! – 1874

La sua fama crebbe, fino ad essere insignito della Legion d’Onore nel 1878. Morì nel 1884.

Virtuoso paesaggista, si esibì anche nella pittura di personaggi e dame, sempre in bilico tra la primitiva matrice realista, la forte influenza macchiaiola e l’esplosiva tendenza impressionista, fondendole tutte in una visione pittorica personale, unica.

Giuseppe De NittisViale al Bois de Boulogne1882
Giuseppe De Nittis – Viale Al Bois De Boulogne – 1882

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