L.O.V.E. è la scultura in marmo di Carrara, alta 4,60 metri posta al centro di Piazza degli Affari a Milano.
L.O.V.E. è il titolo che Maurizio Cattelan gli ha dato, acronimo di libertà, odio, vendetta, eternità, ma più significativo è forse il luogo dove sorge, gigantesca, (11 metri compreso il basamento). Svetta dal Settembre 2010 davanti al Palazzo di Mezzanotte, seda dalla Borsa.
Si può leggere in questa collocazione una critica al dio denaro, al mondo degli affari cui il gesto dispregiativo della mano mozzata di quattro dita sembra rivolto.
Una mano impegnata nel saluto romano ma che a causa delle amputazioni scarica la sua possanza marmorea nel gesto del solo dito medio sopravvissuto. E’ effettivamente stupefacente il fatto che sia stata collocata proprio lì, da una classe dirigente che accetta un simbolo così imponente dello sbeffeggiamento del dio denaro, come se anche loro sentissero il bisogno di ricordarsi che i soldi, gli affari, il potere non sono la totalità dell’esistenza, sentissero il bisogno di riscoprirsi uomini e donne prima di tutto.
Per chi lo contesta, per chi ancora non fosse convinto che Cattelan è un artista, eccone la prova, non solo dissacrante, irriverente, ironicamente puntuale e contemporaneo, ma soprattutto sovrumano campione nell’Arte dell’imporre le proprie opere e di convincere l’élite ad accoglierle.
Di altro stampo è la scultura di David Cerny, quarantacinquenne artista ceco, che il 21 Ottobre del 2013 ha portato con una chiatta sul fiume Moldova, una mano viola con un dito medio infinitamente lungo davanti al Castello di Praga, sede del parlamento.
Una forte protesta contro il Governo di Milos Zeman che si è concretizzata nella scultura dal chiaro gesto denigratorio. Inutile dire che Cerny non ha certo avuto il permesso per celebrare la sua “ode” al governo ceco. La sua incursione artistica ha, a differenza della accettata irriverenza di Cattelan, un sapore piratesco più vero, genuino.
In certi paesi anche la protesta è divenuta parte del sistema, quando accade questo, perde il suo scopo primario, in altri ancora no.