Van Gogh (1853-1890) inizia la ricerca di un suo stile pittorico partendo dallo studio dei pittori francesi che fanno parte della “Scuola di Barbizon”.
Tra tutti, Millet lo affascina sia per i soggetti, sia per l’uso della luce e forse perchè intravede in lui, lo studio iniziale di quella che è la contaminazione cromatica dei soggetti da parte della fonte luminosa ed un primo tentativo di reinventare la colorazione nelle ombre e nei riflessi.
Questa primordiale intuizione di Millet, sarà l’ossessione artistica di Van Gogh che ne curerà l’evoluzione per tutto il suo percorso pittorico, esaltandola fino ad un cromatismo eccessivo, dove il blu e il verde-prato sostituiscono il bruno delle ombre in un intarsio di pennellate dai colori innaturali ma perfettamente bilanciate, in modo da ottenere la giusta profondità e una estetica innovativa.
Un interessante modo per studiare l’evoluzione stilistica di Van Gogh è quella di prendere in esame i dipinti che hanno come soggetto scarpe dal 1886 in poi.
La pennellata è già quella grande, decisa, caratteristica degli Impressionisti come Monet, Renoir, ma a differenza di loro, Van Gogh arriverà ad una maggiore sintesi cromatica trascurando spesso il disegno, reputandolo non essenziale ai fini della sua ricerca.
In “Tre Paia Di Scarpe” del 1886, le atmosfere buie del primo Van Gogh padroneggiano la scena, la colorazione è comunque ancora naturalistica e c’è una notevole attenzione per le forme e la composizione.
Già in “Shoes” dello stesso anno si capisce che la composizione del quadro non lo interessa ma si concentra sul rapporto luce-soggetto.
In “Pair of Shoers” del 1887, i colori si fanno spazio nella tetra pittura iniziale con un contrasto di arancio e azzurro. Inizia la contaminazione delle superfici in luce con tocchi di un insolito verde nel riflesso delle cuciture e della suola che saranno sempre più evidenti,
fino ad arrivare in “A Pair Of Schoes” del 1888 ad una colorazione innaturale, in netto contrasto con lo sfondo, dove la luce ha riflessi giallo-bianco e le ombre fredde, castane, lasciano spazio alla colorazione decisa dell’ombra calda giallo-rosa.
L’introduzione di colori forti, innaturali, nella descrizione dell’ombra calda, scontata nella metà del ‘900 in pittori come De Chirico, è una innovazione tipica di Van Gogh che ne analizza ed esalta la luminosità al pari delle parti in luce.
Infine in “A Pair Of Leather Clogs” del 1888, alla trasformazione dei colori si unisce una sintesi cromatica che ordisce la trama del soggetto con pennellate parallele, distinte tra loro a sottolinearne l’importanza prevalente sulla forma. Le ombre si tingono di colori impensabili : rosso, giallo, blu, arancio, verde ma mantengono un incredibile equilibrio tonale che accentua la tridimensionalità del disegno, delimitato da una semplice, monotona linea scura.
La ricerca cromatica di Van Gogh sacrificava l’estetica a favore di una più razionale progettazione pittorica, troppo avanti per il suo tempo, non fu capito se non dai suoi colleghi pittori che ne celebrarono da subito la validità. Per il riconoscimento dei mercanti e dei mercati invece dovette aspettare l’inizio del nuovo secolo.