L’opera di Antonio Nunziante è caratterizzata da una eccellente prova pittorica, la sua tecnica non si discute, i suoi quadri sono prima di tutto esteticamente apprezzabili.
L’unione che riesce a creare tra una vena surrealista magrittiana arricchita da una maggiore capacità descrittiva e la poetica metafisica di De Chirico offre un ottimo soggetto su cui fa sfoggio delle migliori doti artistiche. Emergono dai suoi quadri paesaggi, isole, stanze dentro le quali gli oggetti assumono significati simbolici, gli elementi della natura si presentano con caratteristiche impensabili e sorprendono lo spettatore, albe e tramonti illuminano busti e sfere, in modo appunto surreale.
Un altro artista a cui Nunziante si ispira è Arnold Böcklin, pittore svizzero di cui restano immortali le cinque versioni dello stesso soggetto “L’Isola Dei Morti” dipinte tra il 1880 e il 1886 per vari committenti. Nunziante ne dipinge quantità infinite con variazione sul tema della versione originale, vi introduce i suoi oggetti, una nuova luce ed è ovvio che le sue isole assumono un significato diverso: non è l’isola della morte, ma un atollo di pace in cui rifugiarsi portando con sè oggetti, ricordi, pezzi di vita.
Tutto questo non diminuisce il valore delle sue nature morte , la vera prova d’artista.
Nunziante nel dipingerle va oltre l’Iperrealismo, la cura maniacale dei dettagli si fonde con il calore di una luce intensa e colori brillanti. Come pochi artisti, riesce a riprodurre la sensazione tattile degli oggetti dando l’illusione di poter assaporare la materia di cui sono composti.
Un vero maestro del colore, della luce, delle atmosfere.
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