Artista toscano pittore figurativo, paesaggista, si potrebbe iniziare così la descrizione dell’opera di Marcello Scuffi ma sarebbe una semplificazione irriverente invisa a tutta la sua produzione.
Nato a Tizzano provincia di Pistoia nel 1948, vive tra Quarrata e Marina di Pietrasanta ed è in questi posti che troviamo gli indizi per scoprire e analizzare i soggetti a lui più cari: le marine, le fabbriche, i depositi di treni.
Unico filo conduttore tra i suoi quadri oltre ai territori in cui vive, è lo stile, spesso giudicato scarno, essenziale, dove la scala cromatica è limitata e i grigi sono predominanti e dove le ombre e le luci padrone del campo, disegnano e sottolineano scenari minimali.
Molte sono le stazioni dipinte, dove treni fatiscenti attendono invano la partenza e ci ricordano il “Deposito dei Rotabili Storici” di Pistoia, a lui vicino; spiagge e darsene deserte, ci parlano delle barche e della Versilia in Inverno; spettrali edifici sono simbolici della manifatturiera terra della zona tra Pistoia, Quarrata e Prato dove tintorie industriali proliferavano e proliferano o hanno lasciato tracce edili incancellabili.
C’è in ogni caso nelle opere di Scuffi, qualunque sia il soggetto dipinto, una trascendente nostalgia, una triste quiete, una vitalità antica che si riaffaccia tra le nebbie della dimenticata memoria, perfino in quei quadri dove uno dei simboli per eccellenza della gioia è protagonista: il circo.
Anche i suoi tendoni sono vagamente colorati, decisamente inanimati, dipinti tra scorci di luci e i grigi, e sembrano lasciati lì, in attesa che qualcuno li rivitalizzi. In certi casi il protagonista del quadro è il panneggio, unica vera superficie movimentata che contrasta con la nettezza degli edifici. Scuffi crea bellissimi spazi vuoti dove la mente dell’osservatore può inserirsi per ambientarci la propria fantasia.
Pittore elegante, riesce a creare atmosfere interessanti senza orpelli, fronzoli, colori sgargianti, esaltando preferibilmente le forme.
Lo si può accomunare in questo a Ottone Rosai (1895- 1957) per una visione disincantata dei suoi paesaggi e se già l’artista fiorentino tendeva alla semplificazione preferendo esprimersi nella sensibile modulazione tonale, Scuffi continuerà a sottolineare questa intenzione tralasciando gli alberi e la vegetazione, presenti solo nelle opere dei primi decenni fino anche a eliminare spesso i riferimenti cromatici caldi.
Altro soggetto dipinto da Scuffi è la natura morta. Di primordiale morandiana origine, viene trattata con più durezza, fino ad una schematizzazione che al contrario dei soggetti paesaggistici, è spesso ricoperta di dettagli realisti. Se nei paesaggi Scuffi tende ad una coloristica uniforme e atona con rare punte accese, nelle nature morte invece si lancia in più vivaci accostamenti cromatici, certo senza mai rinnegare lo stile della sua pittura, pacata, rilassata che solitamente celebra più che il contrasto cromatico, quello delle forme.