Giuseppe Uncini – Architetture n°193 – 2005
Giuseppe Uncini nasce a Fabriano nel 1929, la sua filosofia creatrice è riassunta nella massima del sociologo, filosofo, critico letterario Marshall McLuhan “Il mezzo è il messaggio”, quindi l’essenza di tutte le sue opere è da ricercare nell’importanza dei materiali scelti e usati quali mezzi espressivi, prevalentemente il duro cemento armato.
Nel 1958 realizza la sua prima scultura in cemento armato, “Primocementoarmato”, da lì la sua produzione artistica sarà incentrata su questo materiale, con il quale sarà protagonista della stagione dell’Arte Povera e attraverserà i movimenti susseguitisi negli anni a venire, restando infine sempre fedele alla sua scelta, a se stesso. Le serie di “Ferrocementi” e “Strutturespazio” vedono Uncini impegnato a valorizzare anche le strutture in ferro che donano volume e alleggeriscono gli insiemi lasciando l’aspetto solido.
Era certo affascinante, in pieno sviluppo economico italiano, questo materiale, che nasceva pare di una consistenza così solida da sembrare eterno. Case, ponti, strade, grattaceli, tutto in quegli anni era di cemento armato, il grigio da cui spuntavano i ferri rotondi era il simbolo di quell’epoca, assieme alle auto. Ne restò affascinato anche Uncini che fino alla sua morte avvenuta nel 2008, ce lo ha riproposto in ogni modo.
Le sue colonne, i suoi muri, vogliono rappresentare prima di tutto la solidità se non l’ingegno umano, capace di creare un materiale malleabile ma della consistenza della roccia e anche quando i giochi dell’ombra sul grigio cemento e ferro diventeranno protagonisti, non rinuncerà mai al suo materiale preferito alle sue forme minimali . Ancora oggi dopo un centinaio di anni dalla sua invenzione, il cemento armato è l’insostituibile materiale su cui poggiano le nostre città e il giusto riconoscimento gli viene attribuito in ogni opera da Uncini.
