Guido Cagnacci – Morte Di Cleopatra – 1660/1663

Guido Cagnacci – Morte Di Cleopatra – 1660/1663

Guido Cagnacci – Morte Di Cleopatra – 1660/1663

Quale gemma preziosa si schiude agli occhi questo dipinto che narra della sventura di Cleopatra, regina d’Egitto, suicida tra le sue ricchezze e ancelle incredule, sgomente.

C’è tutta la bravura di Guido Cagnacci in quest’opera non grandissima, 120×158 cm, ma molto elaborata nell’intreccio delle figure dalle bianche carni sullo sfondo e nel dipingere queste, il Cagnacci era superbo.

Sono moltissimi i particolari degni di nota: il piccolo serpente dal riflesso iperrealista, la complessa decorazione della sedia che risplende assieme ai gioielli della regina. Tocchi spesso dati in punta di pennello che contrastano con le ampie superfici di pelle femminile offerta alla vista. I petti nudi, torniti, sodi ma dalle linee delicate e le ombreggiature che nascondono i volti affranti per il dolore, sono fatti con evidente virtuosismo non comune, riprodotti alla perfezione anche nelle varie difficili prospettive e non solo, mostrano il rossore del pianto e i nasi gonfi.

Guido Cagnacci – Morte Di Cleopatra – 1660/1663

L’epicentro del quadro è segnato dalle linee che dagli sguardi dei volti arrivano fino al morso del serpente, ancora attaccato al braccio della regina, e ad enfatizzare il particolare che forse sfuggirebbe a causa del suo essere così piccolo, Cagnacci tornisce una corona di mani perfettamente scolpite nella tela, come del resto lo sono quelle altre disseminate ovunque. Morbide, tridimensionali, sono forse il pezzo forte di tutta l’opera, notevoli lo sono quelle giunte sulla destra, nella penombra che da sole riescono a riequilibrare il quadro, in quel posto in realtà più spoglio.

In mezzo a tanto candore di corpi femminili, il Cagnacci ambienta la tragedia d’Egitto. Si noti lo stratagemma per cui, eclissando l’attenzione dai volti con l’ombra, la si concentra sul soggetto della scena: Il morso, in realtà minuscolo, lo si intuisce, lo si cerca, perché tutto lo indica.

Guido Cagnacci – Morte Di Cleopatra – 1660/1663

Non passano inosservate nemmeno le vesti, le capigliature, anche se improbabili, perchè bionde, ma perfette, che si perdono nella complessità del tutto e che contribuiscono con la loro luminosità a rendere il quadro vivo in ogni angolo. Grandissima prova pittorica che sembra apparentemente semplice a causa delle ampie campiture di colore omogeneo ma che più la si osserva e più la si trova ricca di dettagli preziosi, come il ricamo della camicia vicino alla coda dell’aspide, semplicemente sublime, o l’orecchino in primo piano o come il ricamo che si perde sulla schiena della dama sullo sfondo o i riflessi sul legno, caldi, perfetti.

Guido Cagnacci – Morte Di Cleopatra – 1660/1663

Il dipinto è ritenuto frutto dell’ultimo periodo dell’artista ma Cagnacci fu così rapito da questo tema che ne fece varie versioni, in diverse pose, con vari personaggi. Usò però sempre come modella Giovanna, la donna che lo seguì per molto tempo.   

        

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