L’esercito di terracotta – Xi ‘an, 246 /206 a.C
Impossibile non meravigliarsi solo all’idea dell’esistenza di così tante sculture, ritrovate tutte nello stesso posto, con fattezze di guerrieri e grandezza naturale, costruite più di 2200 anni fa.
Circa 8.000 guerrieri perfettamente modellati nell’argilla e trasformati in terracotta, furono ritrovati nel 1974 nei pressi di Ki’an, capoluogo nella regione di Shaanxi in Cina.
Una scoperta enorme che certo il contadino Yang Zhifa non immaginava di aver fatto, nonostante che scavando per un pozzo nel suo terreno, avesse trovato da subito delle enormi fosse sepolcrali contenenti molte statue.
6.000 guerrieri, 1.400 tra cavalieri in sella e scudieri, varie statue di uomini del popolo in pose diverse e funzionari di corte, 18 carri in legno e 100 cavalli circa in terracotta, oltre a un numero imprecisato di cavalli decomposti e sculture distrutte da antichi saccheggi furono rinvenute fino al 1975 ma si stima che ce ne siano ancora altre 6.000 da recuperare e che probabilmente, l’unica fossa trovata vuota delle otto rinvenute, avrebbe dovuto contenere l’armata centrale, ormai trafugata.
Un numero enorme di statue di terracotta che va a sommarsi al tesoro del vicino “Mausoleo di Shi Huang”, che si riteneva scomparso, oggi proclamato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Fu infatti il primo imperatore della dinastia Quin, lo stesso che iniziò la costruzione della “Muraglia Cinese” nel 215 a.C., nominato Quin shi Huang, a far costruire l’immensa “Armata di terracotta” alcuni decenni prima, tra il 246 2 il 206 a.C. per motivi ancora da chiarire.
Si sa che era affascinato dalla possibilità di una vita eterna e aveva grande interesse per tutto quello che poteva riguardare la vita o il tornare in vita dopo la morte, si pensa quindi che l’imperatore abbia voluto ricreare per il suo mausoleo una copia della imponente armata comandata in vita per dominare anche nell’altro mondo, oppure che svegliatosi dopo la morte nella tomba, non avesse voluto trovarsi solo nella sua nuova vita ultraterrena.
Migliaia di uomini furono impiegati nella costruzione dell’armata, che rispecchia fedelmente le armature, le capigliature dei soldati del tempo, ma anche le armi che, probabilmente vere, furono asportate secoli dopo.
Ogni statua era poi dipinta con smalti di cui però restano poche tracce, al fine di ottenere delle sculture del tutto simili alla realtà.
Il mistero di tanta dovizia di particolari e di altrettanta incredibile quantità non è stato ancora svelato, si sa che Quin Shi Huang non era nuovo a commissionare opere colossali quali appunto la non lontanissima “Muraglia Cinese” e non è escluso che le due meraviglie siano collegate. I soldati di terracotta avrebbero potuto essere impiegati sulle alte mura, per far credere al nemico che fossero presidiate da un numero maggiore di guardiani?
Fanti, alabardieri, balestrieri, arcieri, cavalieri modellati con connotazioni diverse tra loro sia nel volto che nella capigliatura, furono cotti e assemblati usando una quantità enorme di argilla, iniziando un filone scultoreo che appunto vedeva per la prima volta nell’impero, la creazione di opere a grandezza naturale. Probabilmente gli stampi furono adottati solo per alcune parti mentre altre furono frutto di rifiniture manuali. Bellissimi e degni di nota sono i cocchi e i carri da guerra dove i cavalli sono rifiniti in ogni dettaglio, compresi il morso, le briglie, la criniera, i musi perfetti. Migliaia di prigionieri e schiavi oltre che artisti e artigiani parteciparono alla costruzione di questo immenso capolavoro.
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