Picasso – Massacro di Corea – 1951

Picasso – Massacro di Corea – 1951

Picasso – Massacro di Corea – 1951

Tra i molti capolavori di Picasso ce ne sono alcuni rappresentativi del suo impegno politico in vicende contemporanee, ma fu soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale che la sua convinzione pacifista si manifestò con maggiore consistenza, in opere che potevano ricordare il più famoso “Guernica” del lontano 1937. Tra queste troviamo il meno conosciuto ma altrettanto significativo “Massacro di Corea”.

Il quadro di 1,10 x 2,10 cm fu dipinto nell’ultimo periodo di Picasso quando, volendo sfuggire ai ricordi della guerra si trasferì prima a Antibes, poi a Vallauris, entrambi piccoli villaggi turistici sulla costa provenzale dove ritrovò una nuova ispirazione artistica e scoprì la lavorazione di nuovi materiali come la ceramica.

In quegli anni iniziò a confrontare il suo stile con i grandi capolavori degli artisti dei secoli precedenti, tra le opere nate ci furono “Las Meninas” ripresa dal quadro di Velazquez del 1957 e reinterpretata in maniera cubista, “Donne Di Algeri” ispirata dal quadro di Delacroix del 1955 e molte altre.  

 Fu probabilmente dal confronto con Goya e il suo quadro “Il 3 Maggio 1808” che nacque “Massacro di Corea” nel 1951.

Goya – Il 3 Maggio 1808 – 1814

 Goya nel 1814 dipinse due quadri collegati: il primo ha titolo “Il 2 Maggio 1808” dove illustrava la sanguinosa carica della cavalleria francese contro i rivoltosi a Piazza Puerta de Sol nella capitale spagnola, il secondo è appunto “Il 3 Maggio 1808” ispirato alla rappresaglia francese per la rivolta spagnola, quando centinaia di spagnoli furono radunati in piazza e fucilati.    

Come nel drammatico quadro di Goya, Picasso rappresenta cittadini inermi, addirittura donne e bambini, davanti a quello che potrebbe essere un plotone di esecuzione con tanto di comandante con la spada alzata, pronto a dare l’ordine del fuoco.

Nel paesaggio desolato l’artista sottolinea con i grigi la tristezza della vicenda, contornati da sprazzi di speranza rappresentati dai verdi, di cui solo i fanciulli, ignari fino all’ultimo, hanno sentore mentre i corpi nudi esaltano la loro tragica, incredula fragilità.   

La scena è questa volta ispirata al massacro avvenuto tra il 17 Ottobre e il 7 Dicembre 1950, nella Corea del Nord presso la città di Sinchon.

Per 52 giorni più di 30.000 cittadini furono uccisi in vari modi tra i più atroci, decapitati, torturati. Si ipotizza siano stati usati anche gas velenosi e armi batteriologiche. La controversa responsabilità ricade tutt’oggi su vari fronti, sia sui coreani di destra filo americani e parte della polizia segreta coreana che avrebbero così sedato rivolte comuniste, sia sulle truppe americane che però negano di avervi partecipato. 

Picasso – Massacro di Corea (particolare) – 1951

L’anatomia distorta e soprattutto i volti stravolti dall’interpretazione post cubista picassiana, ne fanno un quadro surreale che si distacca dal realismo intenzionale della trama e perfino i fucili trasformati in qualcosa che assomigliano ad armi futuristiche ne esaltano l’intenzione di non descrivere solo la scena ispiratrice, ma di farne un archetipo estrapolato da un contesto storico preciso per collocarlo nell’ideale oggettivo di una aggressione feroce e disumana ai danni di qualsiasi popolo inerme, disarmato.

Senza volto o inespressivi, i soldati impugnano armi il cui obiettivo è ovvio: colpire quegli esseri così deboli di cui avrebbero ragione anche senza l’ausilio dei fucili, che hanno la sola colpa di essere nati o trovarsi nel posto sbagliato.

Picasso – Massacro di Corea (particolare) – 1951

Le possenti linee nere di contorno, ancora più accentuate del solito, risaltano l’ineluttabilità della catastrofe e enfatizzano la visione degli enormi piedi dei soldati nudi che inarrestabili avanzano contro le vittime, anch’esse nude tanto da rivelare le carni simili.    

In lontananza al centro della scena, alcuni personaggi sono impegnati nel far rivivere il quadro di Goya ispiratore, se ne vede le ombre proiettate sulla parete dietro la schiena, se ne intuisce i fucili nelle mani di chi gli sta di fronte.   

Picasso – Colomba Della Pace – 1949

Iscritto al Partito comunista di Francia nel 1944, Picasso se ne distaccò nel ’53 per varie polemiche ma rimase vivo il suo impegno politico fedele agli ideali di sostegno alla pace nel mondo, già proclamati nel quadro “Guernica”, poi concretizzatisi nella “Colomba della Pace” del 1949, diventata simbolo mondiale della pace. Infine ribadì i suoi convincimenti nell’opera “La Guerra E La Pace” del 1951.

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