Omaggio a Ulay

Omaggio a Ulay

Una delle performance più coinvolgenti e famose di Marina Abramovic è stata “The Artist is Present“ del 2010. Sono stati moltissimi gli appassionati di Arte ma anche artisti o solo curiosi che non hanno voluto perdere l’occasione di trovarsi di fronte alla famosissima performer serba. Così in migliaia sono sfilati al Moma, davanti alla impassibile, composta musa che seduta, ha concesso ad ognuno qualche minuto di tempo, guardandoli intensamente negli occhi, ottenendo reazioni tra le più diverse, certo indimenticabili. Per sette ore al giorno la Abramovic ha continuato la sua seduta di incontri, senza un sussulto, senza una traccia di emozione, sempre concentrata nello scrutare gli altri e nel farsi scrutare dagli altri. Il solo pensiero ha vagato nella sala gremita di gente, il solo pensiero interiore, individuale e collettivo è stato il principale protagonista della performance. E alla fine la risposta al criptico messaggio dell’impassibile Marina Abramovic  è arrivata, e alla fine è arrivata l’unica persona che poteva scuoterle tutti i sensi: Ulay.

Dopo un sodalizio artistico e personale durato 12 anni, i due si erano lasciati durante la performance “The Lovers: The Great Wall Walk” svolta sulla Grande Muraglia Cinese nel 1988 , poi non si sono visti per circa 23 anni. Quando nel 2010 Ulay si è seduto davanti a lei, la Abramovic ha pianto. La performance era riuscita.

Come tutte le performance che li hanno visti protagonisti nel periodo della loro unione anche questa ha raggiunto il suo apice quando Ulay si è presentato: “The Artist is Present“.

 “Ulay, pseudonimo per Frank Uwe Laysiepen (Solingen, 30 novembre 1943 – Lubiana, 2 marzo 2020), è stato un artista, fotografo e accademico tedesco, una delle figure chiave della Performance art degli anni settanta.

Biografia

Nasce durante il secondo conflitto mondiale, sotto le bombe degli alleati, figlio di un gerarca nazista. Resta orfano precocemente rimanendo total……” (fonte Wikipedia).

Ulay, uno dei padri della performance, muore il 2 Marzo 2020 dopo una lunga malattia che è riuscito a trasformare in un altro dei suoi progetti artistici.

“L’Arte senza etica è cosmetica” (Ulay)

Omaggio a Ulay.