Velazquez – Marte – 1642

Velazquez – Marte – 1642

Velazquez – Marte – 1642

Diego Ròdriguez da Silva y Velazquez fu pittore spagnolo nato a Siviglia nel 1599. Di famiglia benestante, dopo essersi sposato ottenne dai parenti della moglie appoggi influenti presso la corte del re Filippo IV°. Ben presto si fece notare e nel 1629 fu nominato pittore di corte. Fu richiestissimo ritrattista, grande animalista e grandissimo pittore di ritratti equestri. Dalla regina Isabella di Francia al re, al piccolo e sfortunato principe Baltasar Carlos, furono in molti ad essere immortalati sui suoi bellissimi destrieri con sfarzo di vesti dorate in veri e propri monumenti equestri bidimensionali.

Velazquez viaggiò molto per conto del re e per studi artistici, in Italia fu affascinato dal Caravaggio. La sua concezione pittorica di base in effetti gli si avvicinava molto. Disincantate sono le sue opere, sia le scene di genere che quelle di carattere sacro. La sua “Flagellazione” o il suo “Cristo” non esprimono infatti la qualità divina dei soggetti ma sono dipinti tenendo conto dell’aspetto più umano e terreno del Cristo.

Nonostante Velazquez abbia passato gran parte dell’esistenza a corte, la sua pittura restò ancorata alla realtà dell’esistenza, perfino nella descrizione dei magnifici vestiti di dame e infante, perfino nei ritratti del re e della regina dove lo sfarzo stupendamente descritto con pennellate impeccabili nei ricami e nella brillantezza dei tessuti, sopperisce alla svogliata qualità dei volti talvolta caricaturali, trattati con una ironia di fondo degna di Goya, che solo la qualità pittorica trasforma in capolavori.

Più interessante è la pittura di genere, storica e mitologica.

Marte” è un quadro del 1642, dove Velazquez raffigura il truce dio della guerra romano seminudo, immerso in candidi e rosati veli che nascondono le armi sempre pronte.

Velazquez – Marte – 1642

Impeccabile nell’anatomia, è dipinto in uno stupendo scorcio caravaggesco dove la penombra lascia intravedere il volto e disegna con grande perizia ogni piega della pelle, ogni gonfio delle ossa sporgenti , ogni curva dei muscoli rilassati.

Con gambe possenti, vigorose Marte osserva pensieroso, da sotto fluenti baffi. L’elmo è probabilmente ripreso dall’opera “L’Uomo Dall’Elmo D’Oro” di Rembrandt del 1650, le pennellate lo descrivono nei decori,luccicanti nell’ombra. La posa invece ricorda quella del “Lorenzo De’ Medici” di Michelangelo posto nella basilica di San Lorenzo a Firenze, dove la mano pensierosa si sofferma sul mento e la testa è rivolta di lato mentre siede.

Il “Marte” di Velazquez è particolare, quasi rilassante è il ritratto di un dio che riflette, forse nel momento del riposo tra una pugna e l’altra, in cui non si avverte lo spirito guerriero anzi, dove la corazza e lo scudo sono posti per terra come simbolo di pace e solo nella mano nascosta si percepisce lo stato vigile e il richiamo alla battaglia come un fuoco che cova sotto le ceneri. E’ un Marte che pare si riposi, dopo la vittoria e la conquista di agiatezze, annoiato, pago degli ori posti ai suoi piedi. La forza potenziale si assapora solo negli avambracci vigorosi.

Velazquez – Marte – 1642

Si potrebbe pensare che quest’opera incarni la psicologia del Velazquez uomo, perso nel  compromesso che lo imprigionava a corte a dipingere i reali che in verità mal tollerava, ma che gli consentivano di fare una vita agiata e notevole. Il re Filippo IV° fu amministratore pessimo, scialacquatore di beni mentre il popolo soffriva. Velazquez non gli dimostrò mai nelle sue opere un grande attaccamento, si  sbizzarrì invece nel dipingere i popolani, le maestranze, i giocolieri, addirittura i nani di corte e sfoggiò tutto il suo valore pittorico ma anche il suo pensiero politico, nel ritratto di “Papa Innocenzo X°“, dove, lo dipinse con una realistica, scorbutica espressione, ma contornato di riflessi dorati e sapienti tonalità di rosso in modo da farne un capolavoro incontestabile. Non pago dello sfregio, si firmò col nome di Velasquez, con la “S” andalusa per sottolineare le sue origini. Neanche il Papa era tra le sue simpatie.

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