Correggio – Natività Con I Santi Elisabetta E Giovannino – 1512

Correggio – Natività Con I Santi Elisabetta E Giovannino – 1512

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Correggio – Natività Con I Santi Elisabetta E Giovannino – 1512

Stupendo dipinto di Antonio Allegri detto il Correggio (1489 –1534) la “Natività Con I Santi Elisabetta E Giovannino”, fu eseguito ad olio su tavola nel 1512. Di dimensioni, modeste 77×99 cm, è conservato alla Pinacoteca di Brera a Milano.

Correggio unisce la spiccata cromaticità veneta ad una impalpabile velatura che ne modula le ombreggiature, riuscendo ad ottenere quel sensibile effetto di profondità accentuato da giochi di luce contrapposti, non ancora taglienti e potenti come li preferiva il Caravaggio, ma già protagonisti di una divisione della scena. Si avverte una predisposizione pittorica all’avvento del Tizianesco uso dell’ombra, da cui fuoriescono le parti in luce incuranti del disegno di contorno, ma Correggio si ferma ad un accenno della tecnica di Tiziano, in lui c’è ancora la necessità di un disegno ben definito, di contorni decisi dei personaggi e solo nel fondale si ha un avanzamento progressivo dei bruni fino allo sgretolamento della sagoma degli oggetti, inglobati spesso dall’ombra.

Correggio è un esempio perfetto dell’evoluzione pittorica del ‘500, fa sue le particolarità più interessanti dei grandi maestri del tempo e li ripropone nelle opere, invece innovative, difficilmente banali nella composizione.

Ne sono un esempio gli sfondi floreali, dove è ovvia la vicinanza a Leonardo Da Vinci prima e al Giorgione che ne riprese le fattezze, poi. E’ forse più raffaelliana la delicatezza con cui invece dipinge il volto della vergine, così minuscolo, così dettagliato e morbido.

Finemente cesellato nei particolari, quest’opera nel suo piccolo, mostra tutto il valore pittorico di Correggio: i suoi sottintesi compositivi, le sue trovate sceniche ammiccanti a particolari narrativi, la voglia di svolazzanti personaggi dove si avverte la gioia dell’aver trovato un pretesto affinchè …ci siano.

Anche qui ci vuole sorprendere, come spesso accade, con l’inserimento di un indefinito personaggio sulla destra, affacciato alla finestra, un asino? Un bue? Sembra in verità più un diavolo, materializzazione del sogno di Giuseppe addormentato, forse presagio delle tribolazioni a cui il suo cammino lo porterà.

La parte più evidentemente toccata dall’ispirazione infusa dalla musa dell’Arte è però il paesaggio. Lo splendido sfondo incredibilmente rifinito nei finissimi particolari delle erbe e del fogliame, si fonde con la tridimensionalità ombreggiata delle rocce e della capanna, contrapposta alla scura montagna che si staglia nell’orizzonte azzurro di una pianura e sfocia nell’improbabile mare visibile da Betlemme.

Ma questo è il Correggio: l’impossibile rappresentato su tela.

Correggio, Giove e Io - 1532-1533
Correggio, Giove e Io – 1532-1533

 

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