Gaetano Cellini –  L’Umanità Contro Il Male – 1908

Gaetano Cellini –  L’Umanità Contro Il Male – 1908

Gaetano Cellini – L’Umanità Contro Il Male – 1908

 

Stupenda è l’idea che ha avuto lo scultore ravennate Gaetano Cellini (1873 – 1937) per rappresentare la quotidiana lotta contro il male. Il titolo è semplice ed emblematico “L’Umanità Contro Il Male”.

Una lotta impari che sembra vedere soccombere l’umanità, nello sforzo infinito di liberare la madre terra dal male, che come un  sudario spettrale la ricopre.

 

Gaetano Cellini – L’Umanità Contro Il Male – 1908


 

L’umanità si contorce, prosciugata dallo sforzo. Stupende sono le mani, nodose, rattrappite, rinsecchite, che mostrano soprattutto tendini e vene piuttosto che muscoli. La lotta infinita sembra esaurire le energie umane, nonostante questo l’umanità tiene, decisa a non arretrare di un centimetro senza lottare con tutte le forze possibili. La schiena mostra una perfetta anatomia, dove i muscoli dorsali sono induriti come fossero di metallo.

 

Gaetano Cellini – L’Umanità Contro Il Male – 1908

 

Scultore virtuosissimo, Gaetano Cellini si esalta nel modellato delle braccia, dove la muscolatura si mostra in tutto il suo possente splendore nella massima tensione. Si compiace nella rappresentazione del trapezio gonfio di acido lattico, nella potenza dell’incavo dei gomiti, scolpito tra il fascio dei muscoli tensori delle dita formanti l’avambraccio e l’intersezione con quelli del nodoso tricipite, cesellati fino ai deltoidi che sembrano spaccarsi in due dallo sforzo.

 

Gaetano Cellini – L’Umanità Contro Il Male – 1908

 

Gaetano Cellini nasconde il volto della sua figura nella scultura, scelta discutibile, sarebbe sicuramente risultata bellissima se fosse stata coronata da una testa con la smorfia di dolore e disperazione che tutti ci immaginiamo. Invece no. Certo all’altezza del compito, lo scultore lo rifiuta e tuffa la testa tra le estremità superiori, in modo da far risaltare ancora di più le braccia, fulcro della lotta perenne.

 

Gaetano Cellini – L’Umanità Contro Il Male – 1908

 

Il barocchismo della posa si rivela nella visione frontale, dove la cintura scapolare si distorce verso una parte, squilibrando il corpo e rendendolo precario ma anche esaltando la tensione ottenuta nel tirare il velo oscuro fin troppo ancorato.

Le gambe sproporzionate, ingigantite progressivamente fino al piede visibile, mostrano la base che poggia proprio su quel velo oscuratore, come se anche l’umanità avesse origine dal male o sia da questo sorretta e ne faccia parte, o peggio ancora, che proprio su questo poggi le sue basi. Gaetano Cellini si avventura così in una rappresentazione che è anche ipotesi metafisica sulle forze del creato, bene e male in lotta ma entrambe forze necessarie l’una all’altra.

 

Gaetano Cellini – L’Umanità Contro Il Male – 1908

 

Dalle mani scolpite in maniera esemplare, fin nelle nocche, fin nelle protuberanze delle ossa del polso intraviste sotto la pelle, l’opera si perde nella definizione della testa, senza un ricciolo, senza una finezza della capigliatura, lasciata praticamente liscia e intonsa, quale non più parte anatomica ma sfera incarnante il globo terreste.

L’Umanità Contro Il Male”, stupenda opera di Gaetano Cellini fu prima modellata in gesso nel 1906 per essere presentata all’Esposizione Nazionale di Milano, poi scolpita nel marmo nel 1908. Oggi conservata  alla Galleria Nazionale D’Arte Moderna di Roma.

Reca sul piedistallo accanto alla firma, la significativa scritta:

“Così ti sterperò coi denti e l’ugne / Dolore eterno che nel cor mi pugne”

Gaetano Cellini – L’Umanità Contro Il Male – 1908

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