“Sono autodidatta e concepisco l’Arte come una forma di satira , critica sociale, ribellione, praticamente mi considero un Pop Punk”.
Franco Zuanetto artista classe 1966 di Padova con un’esperienza trentennale alle spalle si definisce così.
La vena artistica di Franco Zuanetto è inesauribile e ci propone continuamente nuove opere dove non manca lo stesso piglio incisivo, tagliente, ironico, attuale, personalissimo nella visione contemporanea dei costumi sociali.
Franco Zuanetto è un pittore che fa dell’immersione nella contemporaneità la sua filosofia creativa, la ricrea, la critica, la analizza cogliendone i lati più nascosti ma importanti, con una visione non ascetica e spirituale ma piegata all’intelletto. Ne nascono delle opere enigmatiche ad un primo sguardo, ermetiche, incomprensibili che invogliano lo spettatore più attento ad una introspezione, per cercare la soluzione in ciò che conosce e poi ad un approfondimento fino allo scioglimento del sottinteso gioco di immagini, parole, segni, citazioni.
Lo stile di Franco Zuanetto è decisamente Pop, da Warhol in poi questi artisti sono da lui spudoratamente citati, sbeffeggiati, usati per rappresentare in verità concetti che puramente Pop non lo sono affatto.
Imbevuto di politica, satira sociale, anticonformismo e l’umorismo di chi da sempre si trova a vivere in una società che non lo rappresenta, contrappone all’ostinata, ceca proclamazione di dogmi intoccabili come valori fondanti, una visione che invece li classifica come ostacoli ad un vivere civile, tranquillo, sereno, soprattutto umano.
In “Vitruv” c’è l’essenza della sua concezione umana contemporanea: un busto deartizzato e privato della testa di cui, come nelle impronte blu di Yves Klein, rimane la parte rappresentativa della forza vitale, senza nè intelletto, nè possibilità di plasmare ciò che gli sta intorno perché privo di mani, né di fuggire perché privo di gambe.
Nella visione di Franco Zuanetto l’uomo contemporaneo è incompleto, quasi nullo, inerme, non esiste più come individuo ma solo come essere facente parte di un ciclo economico. La sua funzione guidata dai media, è quella di “acquirente, elettore, produttore”, il tutto dentro un sistema appositamente pensato e regolato.
In “Branco Di Uocca”, Zuanetto si inventa questa icona, unione di uomo e mucca, con attributi più bovini che umani. Le “Uocca” pascolano serene, incuranti di quello che è e sarà il loro destino, con la coscienza in letargo come la mente e la capacità di discernere.
Un altro personaggio molto utilizzato da Zuanetto è “Hello Kitty”, il cartone animato simbolo in questo caso dell’apoteosi del marketing. “Idee” è un quadro apparentemente colorato e gioioso se non fosse per il fatto che qui il personaggio di “Hello Kitty” rappresenta poteri diversi della società, messi sullo stesso piano, dotati della medesima funzione inquietante, repressiva, rivelata nel numero ripetuto sul codice a barre, “1984” di orwelliana memoria.
L’Arte di Zuanetto è un inno all’umano senso innato di ribellione, alla non accettazione dei canoni standardizzati, al voler mantenersi individui e uomini liberi, in mezzo al consumismo, la politica e le forze che invece vorrebbero tutti sereni come vacche al pascolo, non perché tutto va bene, ma perché anestetizzati da soporiferi, manipolati contenuti mediatici.
Una mandria malleabile, acritica, facilmente assoggettabile al volere imposto, da guidare nella direzione voluta con facilità a seconda dei casi. Un paradiso artificiale, drogato di tranquillità da cui si esclude l’elemento umano, inteso come individuo dotato di volontà propria, gusti personali e la possibilità di preferire un percorso di vita alternativo più interessante.
In “Esercizi Di Stile” il concetto è espresso con maggior forza iconica. Prendendo lo spunto dall’opera “Him” di Cattelan, Zuanetto riproduce la posa, l’atto servile dell’inginocchiarsi come una pratica di vita ormai assodata e come in ogni disciplina che si rispetti, dipinge una moltitudine di personaggi di genere diversissimo tra loro intenti nel perfezionarsi ad eseguirlo.
L’Arte di Zuanetto non ha fronzoli, non si perde dietro a descrizioni esteticamente ricercate ma, essenziale, usa il minimo indispensabile della personalizzazione pittorica, la stilizzazione e icone ormai conosciute per introdurci nella sua visione del nostro mondo. In questo modo i costrutti del suo messaggio arrivano diretti, riconoscibili come parti di un procedimento logico che dà origine ad un suo pensiero.
Allo spettatore non resta che risolvere l’enigma celato dentro ogni opera, a volte semplice, altre volte più complesso e articolato, mascherato con immagini innocue, prese dalla pubblicità, i cartoni animati, la cultura e la subcultura contemporanea.
Quando non trova icone adatte, se le fabbrica, mantenendo quel distacco dal puro gusto pittorico per privilegiare l’aspetto intellettuale, raziocinante, a volte enigmistico di giochi di parole e immagini.
Franco Zuanetto è un artista interessante, in evoluzione continua, da gustare non con gli occhi ma come cibo per la mente.
Da guardare ed ammirare con più calme. Eccellente!