Innovazione? Stupore? Genialità? Cosa caratterizza l’Arte del nuovo millennio? O è solo spudoratamente business? Maurizio Cattelan espone al Guggenheim Museum di New York un water completamente in oro.
Definito uno degli artisti italiani più interessanti a livello mondiale, vuole forse provocare anche con questa sua ultima trovata.
Ma……..la provocazione è puerile, la trovata è riciclata, lo stupore è, e non si tratta di una prima volta, soprattutto nel fatto che qualcuno abbia portato in un museo di Arte contemporanea questo …. oggetto.
I water d’oro massiccio esistono già, si ha notizia da decenni di leggendari bagni con rubinetti e water in oro su yacht e in appartamenti regali negli Emirati Arabi. Cattelan ne propone una versione democratica, infatti la sua creazione è fruibile da chiunque visiti il museo come un comunissimo w.c..
La provocazione non si può che definire puerile, al pari del bambino che per scandalizzare i grandi, dice parolacce o pronuncia “pupù” ad una cena con ospiti arrossendo per farsi notare dai genitori.
Lo stupore è allora solo nel vedere un oggetto simile in un museo di Arte contemporanea, nel realizzare che un direttore, coadiuvato da consiglieri, assistenti ha avvallato questa scelta, nell’arrivare alla conclusione che in un luogo dove si dovrebbe fare cultura, perché l’Arte è cultura, si fa arte(notare la “A”minuscola), certo non cultura, si creano condizioni per quello che al limite può essere definito spregiudicato business.
Certo il direttore di qualsiasi museo stenterebbe a rifiutare di esporre l’ultima opera di Cattelan, ma allora si scopre il re nudo nel rendere palese che l’Arte è ormai tale non tanto nella sua concreta manifestazione ma soprattutto perchè firmata da un nome già conosciuto.
Dove sono finiti i veri innovatori? I precursori di una nuova estetica? I creatori di bellezza? I Provocatori veri, non quelli da batteria, standardizzati, stanchi, piatti? A tutto questo io personalmente preferisco un dignitoso paesaggio toscano, un ritratto, una natura morta, una scultura o una pittura classica, c’è più Arte lì che non nella scontata, sterile provocazione di questo Cattelan, artista che ha raggiunto quotazioni folli e si è appiattito, come spesso accade a chi senza il merito che necessita, raggiunge traguardi troppo alti.
Cattelan non è un artista? No, non arrivo ad affermare tanto, anzi, è d’obbligo riconoscere in molte sue opere una certa genialità, una sintesi della contemporaneità che sfiora la preveggenza dei costumi sociali. Ma è tale da arrivare a queste cifre? Il fantoccio malfatto con i baffetti dalle sembianze Hitleriane “Him”, è stato venduto per 17.189.000 dollari, uno schiaffo in faccia a tre quarti della popolazione terrestre (e sono stato stretto) che veramente (non come noi occidentali) fatica ad arrivare a fine mese…viva.
E’ oggettivo affermare che il mercato dell’Arte gonfiato e teleguidato per il puro bisogno di creare una macchina autorigenerante accumulatrice di soldi, ha creato un meccanismo in cui non l’Arte è al centro del commercio ma lo è una sua visione alterata, che stiamo ormai vivendo da decenni, una condizione di perversione del mercato dell’Arte che influenza l’evoluzione dell’Arte stessa.
Ben diverso era l’oggetto strappato al suo misero, predestinato futuro in un comune bagno e portato da Duchamp sotto le luci abbaglianti degli stimatori di oggetti d’Arte, diverso non tanto nella funzione primordiale originaria, quanto nel valore che assunse come reale fonte di provocazione e dibattito su cosa fosse veramente Arte.
La risposta a questo quesito l’abbiamo avuta decenni dopo ma, come qualcuno già disse, “…è quella sbagliata!”.
Leggi all’articolo su Cattelan —> Maurizio Cattelan – Kaputt – 2013