Salvo, dall’Arte Povera alla riscoperta della pittura del nuovo secolo

Salvo – Salvo E’ Vivo, serigrafia su tavola – 1977

Salvo, dall’Arte Povera alla riscoperta della pittura del nuovo secolo

Salvo, ovvero Salvatore Mangione (1947-2015) è forse uno degli ultimi artisti non ancora conosciuti dal grosso pubblico che ricopre un’importanza storica per quello che è il percorso dell’Arte contemporanea dalla metà del ‘900 ad oggi.

12 Autoritratti, fotomontaggio – 1969

Fin dalle sue prime esperienze artistiche, Salvo frequenta i più importanti artisti italiani e stranieri nel campo dell’Arte Povera e dell’Arte Concettuale, propone opere legate alla sua spiccata personalità, elaborate con tecniche quali la fotografia, l’elaborazione fotografica, fino alla confluenza di spinte esistenziali racchiuse in semplici scritte su lapidi di marmo, provocatorie, spiazzanti, riassuntive di un’epoca, delle sue lotte, dei suoi timori.

Salvo – La Donna E La Lima – 1972

Con il ritorno alla pittura nella seconda metà degli anni ’70, Salvo perde un po’ di quella spinta provocatoria e anticonformista. L’amore per la pittura non lo abbandonerà più, si creerà uno stile suo in cui tra le forme semplificate e levigate, rotondeggianti, dai colori sgargianti, si possono ancora ritrovare i pezzi della società che lo circonda, di cui però vengono esaltati gli aspetti gioiosi e positivi piuttosto che quelli di ribellione e originalità.

La sua Arte in quel periodo inizia a circolare in tutti i mercati mondiali e ha il pregio, a differenza del lavoro di alcuni suoi colleghi concettuali, di avere come protagonista un oggetto facilmente identificabile che unisce un nome storico alla concretezza perché riconducibile ai canoni classici della tela e del colore.

Salvo – Il Matrimonio Tra Pieno E Vuoto, Tra Astratto E Figurativo E Tra Arte Moderna E Arte Antica – 2014

Risolve così il problema che negli anni successivi inizieranno ad avere i galleristi quando, anche con l’introduzione di nuove tipologie artistiche come la performance, si troveranno a dover affrontare la progressiva assenza dell’oggetto quale prodotto tangibile da proporre ai collezionisti.

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