Alexander Donskoi è un pittore surrealista dalle potenti visioni mistiche. Proviene dall’ estremo Oriente della Russia, da quel territorio che confina con la Cina, la Corea e il Mare del Giappone un tempo chiamato regno di Balhae. Ha viaggiato molto studiando la pittura classica, visitando le gallerie di tutto il mondo. In Italia è stato affascinato dall’epoca rinascimentale, ma ha anche subito il fascino dei grandi maestri surrealisti come Ernst, Dalì e i fiamminghi. Si è poi trasferito in Canada.
Nei suoi quadri vuole trasmettere l’antico misticismo della sua terra e lo mischia alle nuove visioni occidentali. Si definisce “Neo Rinascimentale”, ma la sua è una qualifica che tiene conto più dell’etimologia del termine “Rinascimento” piuttosto che dello stile pittorico. I quadri di Donskoi non si ispirano prettamente all’Arte rinascimentale, soprattutto nella tecnica ma anche nei soggetti, piuttosto cercano di far rivivere lo spirito che animò quell’epoca dove si ricercava l’esaltazione dell’umanesimo, l’importanza dell’uomo, delle sue scoperte, della sua avventura nel contesto globale, l’ampliamento dei limiti esistenziali, fisici, geografici, spirituali.
Così i suoi soggetti spaziano dalla religione al mistico razionalismo, in mezzo a costumi d’epoca dove però appaiono visioni moderne critiche che mai nel Rinascimento sarebbero potute essere dipinte a causa di una committenza precisa che richiedeva principalmente soggetti religiosi, ritratti, battaglie.
Si avverte l’ammirazione per Durer nelle grisalle di Donskoi, dove con la pittura fa rivivere il simbolismo che l’artista fiammingo immetteva nelle sue incisioni; si apprezza la grande fantasia della scuola di Bosh, la coloristica accesa fiamminga; le movenze ondeggianti di un più tardo e barocco Rubens. Le opere di Donskoi straripano di personaggi, brillano di luci intense, si animano di potenze evocative, incanti, trascendenti figurazioni, dipinte con una qualità eccellente.
Tra cortigiani dai baveri spessi di merletti, espressioni assorte o smorfie, moltissimi personaggi affollano le sue tele come in una festa, dove paesaggi e scenari si intersecano come in sogni maglifici che si evolvono e di cui si stenta a tenere la trama. Re, buffoni, cavalieri , dame, prelati recitano ruoli nelle favole di Donskoi che cerca in questo modo di spingerci verso una direzione emotiva che apra uno spiraglio tra gli intrigati piani dell’esistenza.
Nelle sue opere si avverte il bisogno di un ritorno come nel Rinascimento a porre attenzione a quella parte umana forse troppo trascurata nell’era della tecnologia, un richiamo verso lo spirito della natura e della sacralità dell’esistenza che ponga al centro dell’universo ancora una volta l’uomo.