Chiesa di Santa Maria della Spina – Pisa
Tra le particolarità della città di Pisa, oltre a quelle ben note in tutto il mondo di Piazza dei Miracoli, c’è anche la Chiesa di Santa Maria Della Spina. E’ sicuramente spiazzante vedere apparire sul capiente marciapiede del Lungarno Gambacorti, tra Ponte Solferino e il Palazzo Blu, questo capolavoro gotico dalle dimensioni contenute ma estremamente curato nella costruzione, tale da sembrare un modello in scala per una chiesa più grande da realizzare in seguito.
Invece, la Chiesa della Spina nacque per essere così, dalla svettante architettura Gotica dove non si lesinano grandi quantità di guglie e statue sul tetto e con la classica rivestitura toscana di marmi bianchi di Carrara su tutto l’esterno.
E’ da sempre additata come uno dei pochi esempi di architettura Gotica in Italia, di cui forse massima espressione è il Duomo di Milano, questo perché la maggior parte delle chiese nel nostro paese nascevano prima dell’avvento di questo stile, quando le architetture erano pesanti e lo stile dominante era il Romanico, oppure ancora prima, sulle basi di templi pagani. Allora i mezzi e le conoscenze architettoniche non permettevano le ardite costruzioni che innalzano all’eccesso le fiancate e slanciano i soffitti verso il cielo.
La Chiesa della Spina in realtà ebbe da subito problemi perchè come altri edifici e monumenti costruiti a Pisa, la struttura tendeva a cedere non solo a causa del terreno non particolarmente stabile ma soprattutto perchè era costruita proprio sull’argine dell’Arno.
Nel 1871, arrivati ad una situazione critica, cominciarono i lavori di smantellamento e ricostruzione dell’edificio guidati dall’architetto Vincenzo Micheli. Fu spostato alcuni metri indietro, dove l’argine offriva appoggio più sicuro, fu anche innalzato di poco nelle sue fondamenta. Durante i lavori l’esterno rimase praticamente uguale, mentre nell’interno furono aggiunti marmi ma fu sacrificata la sacrestia, forse per non far gravare sulla struttura un peso eccessivo.
La Chiesa fu costruita nel 1230 dalla famiglia Gualaldi, i lavori di ripristino e spostamento iniziarono nel 1871 e durarono circa 4 anni.
Nel 1875 la chiesa assunse l’aspetto che tutt’ora conserva, sia interno che esterno, ma nel 1996 tutte le statue interne ed esterne, opere di Giovanni, Andrea, Nino e Tommaso Pisano, Lupo di Francesco e Giovanni Balduccio, furono sostituite e portate nel Museo Nazionale di San Marco.
La facciata si distingue per due portoni incastonati in archi a tutto sesto, al centro dei quali è un tabernacolo con statua della Madonna. Altri cinque tabernacoli sono presenti sulla parte superiore con all’interno statue di Giovanni Pisano o di sua bottega.
Il lato meridionale che corre lungo la strada si presenta come il più curato, con archi a tutto sesto che sormontano tre quadrifore e un portone, accanto ai quali si manifesta il portone più grande dell’abside sormontato da due rosoni, una sorta di entrata principale ma sul lato meridionale, ovviamente assente nella parte che si affaccia sull’Arno. La parete è incastonata con decorazioni e sopra agli archi sono presenti altri 12 tabernacoli con in ognuno un apostolo. Più su ci sono ancora tabernacoli che finemente cesellati, contribuiscono a dare a tutta la struttura la classica forma slanciata dello stile Gotico.
Sul retro della chiesa ci sono invece tre archi a sesto acuto che confluiscono in cuspidi e tre torrette in cima alle quali ci sono statue della Madonna e di angeli, tra di esse ancora tabernacoli con statue di santi.
Dal piccolo formato ma decorata come una bomboniera, la Chiesa della Madonna della Spina (così chiamata perché al suo interno fu conservata una spina della corona del cristo), mostra una prodigalità di decorazioni e una fine lavorazione di tutti i tabernacoli, tanto da sembrare ricamati nelle possenti mura di marmo.
L’interno al confronto è al quanto trascurato, il marmo a strisce bianche e nere che ricopre tutte le pareti non mostra particolari abbellimenti se non nel presbiterio, dove un colonnato lo separa dal resto, qui sono ancora presenti, superstiti tra le molte statue spostate, La Madonna della Rosa, San Pietro e San Giovanni Battista di Andrea e Nino Pisano scolpite nella metà del XIV° secolo. Altri decori marmorei sono stati spostati mentre il soffitto decorato in legno fu opera del periodo in cui tutta la chiesa fu ricostruita.
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