Enrico Baj: informale, nucleare, grottesco, tragico, scanzonato

Enrico Baj – I Funerali Dell’Anarchico Pinelli – 1972

Enrico Baj: informale, nucleare, grottesco, tragico, scanzonato

Enrico Baj (1924 -2003) nasce a Milano, studia Arte all’Accademia di Brera parallelamente al corso di giurisprudenza, diventa avvocato. Da sempre interessato alla letteratura, pubblica vari libri e frequenta letterati, artisti. Attratto dall’Informale, è tra gli esponenti del Movimento Nucleare ma se ne distacca in seguito quando prende una strada personale che è la somma delle sue esperienze formative.

Enrico Baj – Lo Scoppio Viene Da Destra, olio su tela – 1952

Le sue prime esperienze pittoriche, espressioni riassuntive e sperimentali ispirate al flagello nucleare della seconda guerra mondiale, in realtà convergono verso la figurazione che fa capolino tra le grandi pennellate concentriche, tra i loro schemi ripetuti dai colori scuri, attraverso dei volti accennati sempre più presenti. 

Dagli ammassi di colore, dai grovigli nucleari nascono montagne con mille volti nascosti che poi nel tempo si trasformano in personaggi che fanno sempre parte del bellico universo. Prendono forma così i “Generali”, elementi della pittura di Baj ormai conosciutissimi in tutto il mondo.

Enrico Baj – Generale, tecnica mista – 1975

Nel realizzarli Baj in seguito usa qualsiasi materiale: stoffa, materiale di scarto, bottoni ecc… Vuole così raccontare la tragedia della guerra, in modo grottesco e dissacrante, con i suoi personaggi nella vita reale seri e mortali, mentre nelle sue opere assumono l’aspetto di disegni fatti dalla mano ingenua di un bambino.

Enrico Baj – Mobile Di Campagna, tecnica mista – 1961

Col tempo la tragicità insita nella sua pittura si attenua lasciando spazio ad una figurazione che sembra piuttosto ludica e infantile, nasce la serie dei “Mobili Animati”, dove spesso unisce nei suoi collage pezzi di legno. Infine sempre servendosi del linguaggio segnico dei suoi personaggi rappresenta altri stadi di sviluppo della società, non più la guerra ma il progresso, un mondo che è preda dell’industria, della meccanizzazione, è questo il significato dell’opera realizzata postuma “Il Muro Di Baj” a Pontedera, in provincia di Pisa. 100 metri di lunghezza e 3 di altezza furono progettati dall’artista e realizzati 3 anni dopo la sua morte dove si riconoscono le sue figure che questa volta però prendono forma in un mosaico dal fondo chiaro, dall’atmosfera giocosa e rilassante dove i mostri meccanici sono visti come pupazzi.      

Il Muro Di Baj, mosaico – Pontedera

La sua attenzione per la politica, la condanna della violenza espressa in modo canzonatorio e dissacrante lo porterà alla realizzazione di una grande opera tragica ispirata a “Guernica” di Picasso: nel 1972 Baj realizza “I Funerali Dell’Anarchico Pinelli”.

Enrico Baj – I Funerali Dell’Anarchico Pinelli – 1972

La narrazione è tragica, ispirata dall’assassinio dell’anarchico Pino Pinelli, volato giù da una finestra del commissariato di Milano nel 1969. La storia è nota: fermato per essere interrogato riguardo ai fatti della strage in una Banca di Milano, fu portato in commissariato e da qui volò giù da una finestra, con tutta probabilità non per sua volontà. Baj si espresse così al riguardo: “L’hanno buttato? Si è buttato? Che importanza aveva, dal momento che non era libero?”.   

Enrico Baj – I Funerali Dell’Anarchico Pinelli (particolare) – 1972

Baj assemblò un grande pannello di 3 metri per 12, composto di varie figure alcune della quali intagliate nel legno, staccate e poi dipinte, dove si scorgono ancora i suoi generali e personaggi appartenenti a forze dell’ordine ma con un ghigno feroce, diverso dalle espressioni che solitamente rappresentava perché l’evento esigeva una svolta inequivocabilmente tragica.

Picasso – Guernica – 1937

Baj rappresenta anche civili, la moglie di Pinelli con le due figlie e un vecchio che cerca di riparare la nipote dalla disgrazia imminente. Il linguaggio figurativo si sforza di assomigliare a quello del dipinto catalano e soprattutto la figura centrale si ispira alla figurazione Post Cubista ricalcando addirittura i lineamenti del personaggio di “Guernica” sulla destra ma capovolto, così come la consorte di Pinelli assume il volto dell’altra figura vicina nel quadro spagnolo. Anche la composizione di Baj ha una luce centrale, che se Picasso personifica in una lampadina simbolo della luce della ragione affievolita (per alcuni) o delle bombe (per altri), in Baj  è quella della stanza da dove fuoriuscì l’anarchico e si vede nella finestra assieme alle braccia indiziate di omicidio. La vera luce del quadro è in realtà emanata dal corpo di Pinelli che cade. Ai lati della composizione si contrappongono due schieramenti, a destra civili, manifestanti e anarchici, a sinistra le forze dell’ordine.   

Enrico Baj – Nudo di donna – 1966
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Il lavoro realizzato in fretta doveva essere esposto al Palazzo Reale di Milano ma i fatti di cronaca sconsigliarono l’evento, infatti il commissario Calabresi, additato dalle folle come responsabile dell’uccisione, fu a sua volta ucciso da facenti parte di organizzazioni extraparlamentari.

L’esposizione a Palazzo Reale non avvenne fino al 2012, dopo che l’opera prima donata da Baj alla famiglia Pinelli, ebbe girato per le città di mezza Europa, infine nel 2019 fu esposto assieme ad altre opere alla Cittadella degli Archivi di Milano.  

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