William Strutt – Giovedì Nero – 1864
William Strutt (1825-1915) fu pittore dotato, di origine inglese che si trasferì all’età di 25 anni circa in quel nuovo mondo che andava nascendo, chiamato Australia.
Le sue opere ci mostrano scene di vita reale, pionieri, coloni, paesaggi, mandrie e mandriani, ma anche sciagure, la difficoltà, l’insicurezza, la dura vita del colono che caratterizzava gli emigrati in Australia ancora dopo mezzo secolo dalla sua scoperta. Fu affascinato dalle sciagure del terribile paesaggio australiano, ma anche dalle spedizioni che partivano alla scoperta di nuovi territori, vi partecipò, come partecipò alla caccia all’oro, fu in Nuova Zelanda, dipinse e fece schizzi che rielaborò poi, quando nel 1862 ritornò definitivamente in Inghilterra. La sua è stata una pittura reale, vissuta in prima persona.
La sua pittura è figlia del Realismo francese e inglese, ma esula dalle nuove tendenze pittoriche e si rifugia in una qualità neoclassica, quasi accademica. La sua opera più conosciuta è forse “Giovedì Nero”.
Dipinto nel 1864, vuole ricordale una delle sciagure più grandi che all’epoca si perpetrarono nella nuova terra. Giovedì 6 Febbraio 1851 a causa dell’arsura e del caldo torrido, una serie di enormi incendi devastarono le distese dello stato di Victoria, coinvolgendo per più giorni il territorio. Arsero vivi anche a causa di un forte vento che continuava a soffiare e della temperatura arrivata a 47°, moltissimi animali, si parla di un milione di pecore, migliaia di bovini e animali selvatici, molte case furono distrutte, dodici uomini persero la vita.
William Strutt con la sua pennellata descrittiva e colori perfettamente scelti, rappresentò l’evento in un formato insolito, un rettangolo di base lunghissima, una distesa dipinta in orizzontale che già ben rappresenta la vastità del territorio australe, dove per miglia e miglia è possibile non incontrare anima viva o vedere cambiamento, dove l’orizzonte si perde e tutto sembra gigantesco rispetto alla figura umana e i suoi timidi tentativi di renderlo a sua immagine e misura abitativa.
Parve proprio che la terra volesse punire gli uomini, quel giorno, quando con una furia devastante bruciò e sconvolse tutto quello che era presente su quel vastissimo pezzo di Australia. Strutt, era nei pressi di Victoria quando tutto divenne infernale, ma dipinse il quadro anni dopo, quando già era tornato nella quieta Inghilterra.
Eppure per secoli e secoli, quei territori abitati dagli Aborigeni non avevano mai visto una catastrofe simile, ne furono scacciati e il risultato infine fu che i nuovi coloni non seppero prendersene cura al pari di quelli che credevano esseri primitivi.
Così, nel quadro, tra gli animali in fuga e gli umani smarriti, il rosso che oscura il cielo domina, alimentando la pazzia che spinge tutti gli esseri verso una fuga che pare impossibile. Tra gli ocra spuntano carovane, carcasse di animali, famiglie, bambini, semplici coloni e mucche domestiche coinvolti in una corsa frenetica assieme a bestie selvatiche, ognuno incerto sul dove andare, tutti sicuri di doversene andare.