Artista newyorkese del ’67, fotografo, fin dagli esordi si è spinto al massimo dell’ammissibile iniziando a fotografare nudi per le strade di New York nel 1992.
Nel 1994 quindi fu arrestato in compagnia di modelle completamente nude nel Centro Rockfeller di Manhattan.
Tardi, la sua carriera e il suo obiettivo erano già fissati.
Il progetto “Naked States” prevedeva foto in altre città U.S.A. e poi in altri stati, e così fu: Roma, Vienna, Buenos Aires, San Paolo, Sydney.
Nel 2003 a Barcellona riuscì a coinvolgere 7.000 persone che posarono nude per le sue foto.
Nel 2007 invece batte il suo record riuscendo a far posare per lui 18.000 persone completamente nude nella piazza principale di Città Del Messico.
Artista considerato fra l’osceno e il fenomeno di massa, a Tunick interessa il corpo, la spersonalizzazione è insita nel suo modo di fotografare.
Gigantesche masse di corpi si radunano sotto il suo comando e lui le immortala in pose sicuramente mai viste, in composizioni irripetibili.
Come formiche che a causa di un richiamo alimentare assumono conformazioni particolarmente interessanti, centralizzate o assembramenti ordinati, i corpi di Tunick sono omologati nella loro funzione di carne da macello, azionati per un unico scopo decerebrato, lo scatto fotografico.
Tunick, tralasciando il possibile apprezzamento estetico, concettuale o ideologico del suo lavoro, ha la capacità di coinvolgere le masse che spontaneamente si prestano ad una funzione spesso considerata degradante, appunto quella di mostrarsi completamente nudi e che invece i suoi modelli–collaboratori occasionali, accettano come un gioco, un atto trasgressivo, una esperienza di massa a cui non mancare.
Visto da altri come promotore di una determinata concezione di libertà individuale da appoggiare e condividere, Tunick resta un fotografo il cui lavoro è impressionante.