Il sesso dei Greci

Fauno Barberini – 220 A.C

Il sesso dei Greci

Abbiamo deciso di scrivere questo articolo dopo aver letto divertenti commenti di vario genere, alcuni di meraviglia, altri di disprezzo, quando non canzonatori sulle bellissime statue di nudo greche, ma anche rinascimentali, che mostrano le parti intime maschili non all’altezza della stupenda muscolatura.

I Greci furono i primi a determinare i canoni classici di bellezza, ma perché non utilizzarono lo stesso metodo per rappresentare il membro maschile e anzi, ne hanno dato continuamente una versione nella sua massima posizione di riposo?

La stessa domanda non si pone nelle sculture e raffigurazioni di altre etnie, quali ad esempio gli Indiani oppure gli Etruschi che soprattutto nei dipinti mostravano membri ben evidenti e corposi. Questo perché gli Etruschi erano un popolo altamente disinibito e amavano sfoggiare la loro sessualità perfino sulle pareti di casa, forse idealizzando le forme ma al contrario dei Greci, in maniera eccessiva.

Pitture etrusche – 530 a.C.

 l’Arte Romana invece era progredita verso una rappresentazione naturalistica e tendeva soprattutto nei ritratti ad esprimere le imperfezioni e le caratterizzazioni dei soggetti. Questo però non si rifletteva nei corpi delle sculture, spesso ricoperti di vesti o veli pudichi, e solo nelle copie di bronzi greci andati perduti che amavano fare, rivelavano tutto lo splendore del nudo. Al contrario nelle pitture troviamo molteplici esempi di arte erotica dove la virilità è rappresentata in maniera possente

Bronzo di Riace – 430 a.C

La scultura greca attraverso i periodi di massimo splendore Arcaico, Severo, Classico e Ellenistico ha trasformato le pose e le muscolature in altre più complesse e prorompenti tanto da ispirare il “Manierismo  michelangiolesco” dove la muscolatura è esplosiva.  E’ un dato di fatto che nel periodo in cui Michelangelo era a Roma furono ritrovati vari reperti di epoca romana e greca (tra cui “Il Laocoonte”) e che dopo queste scoperte il suo stile ne risentì sia nella volontà di gonfiare le muscolature, sia nel conservare quel vezzo di rappresentare membri non ingombranti.

Laocoonte – Polidoro e Agesandro, Atenodoro di Rodi – 150 a.C

La questione resta comunque quale sia il motivo di tale riduttiva rappresentazione delle parti intime. Moltitudini di storici e critici d’Arte si sono sbizzarriti nel giustificare con astratte teorie quest’evento, adducendo fantasiosi motivi dei Greci di carattere sociale, per cui ad esempio, nell’atto sessuale preferissero membri non eccelsi, oppure che effettivamente fossero anatomicamente così poco forniti….

La verità è molto più semplice, la scultura greca voleva essere una idealizzazione del corpo umano, un inarrivabile archetipo di bellezza stilistica, nella muscolatura, nello stile, nella grazia. Un membro a grandezza naturale avrebbe inevitabilmente preso la scena indirizzando pensieri in tutt’altra direzione, più grezza, più fisica, più terrena. Bisogna poi considerare che gli scultori greci erano tutti maschi a cui probabilmente, nonostante i vari esempi di omosessualità descritti nei poemi, non interessava il membro maschile. 

Perseo – Benvenuto Cellini – 1554

Quindi diventa ovvio che le loro fatiche si siano indirizzate verso ciò che caratterizzava l’aspetto guerriero, più che quello erotico, di conseguenza anche gli scultori, pittori rinascimentali e neoclassici si sono adeguati a questo stereotipo maschile reputandolo più elegante. Solo con l’avvento del Realismo soprattutto in pittura, si avrà un’attenzione più appropriata a questo particolare anatomico.   

Si dovrà però attendere l’Iperrealismo dell’era contemporanea per avere una visione reale perfino dei sessi, con pitture ma addirittura calchi che non lasciano niente alla fantasia o a ciò che non sia pura realtà, facendo di ciò che disturbava i Greci il punto focale del creato artistico, sia maschile che femminile.

Jamie McCartney – The great wall of vagina

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