L’arco di Trionfo di Piazza della Libertà a Firenze

Arco di Trionfo Dei Lorena – Firenze

L’arco di Trionfo di Piazza della Libertà a Firenze

Tra l’enorme quantità di monumenti visitabili nella città di Firenze, ce ne sono alcuni che si perdono, trascurati, non dalle istituzioni ma dalle visite dei turisti, forse perché lontani dalle rotte consuete oppure perchè nascosti o non conosciuti quanto dovrebbero.

L’arco di Trionfo” di “Piazza della Libertà“, propriamente chiamato “L’arco Di Trionfo Dei Lorena” è un caso particolare tra questi, perché nonostante sia in posizione facilmente raggiungibile e praticamente sotto gli occhi di tutti, sembra sparire alla vista come in un gioco di magia con il risultato che tutti ci passano ma pochi lo notano e ne apprezzano a pieno le bellezze.

Arco di Trionfo Dei Lorena, visto dalla piazza con fontana e scultura di Apollo E Dafne – Firenze

Come cosa che viene nascosta esattamente dove dovrebbe essere per non farcela cercare, l’“Arco Di Trionfo” è proprio lì, in mezzo al trafficatissimo Viale Spartaco Lavagnini che costeggia il centro storico, e la piazza che lo ospita funge in effetti da rotonda per il grosso svincolo che si forma con l’incrocio che porta al quartiere delle Cure. 

Ma come è possibile che una costruzione gigantesca di circa 20 metri di altezza e altrettanti di larghezza, contornato da 12 colonne alte 14 metri di cui 4 sulle due facciate e altre due sui lati, situato in una piazza in mezzo al traffico fiorentino e che ha come decorazione 16 statue alte più di 2 metri, con l’aggiunta di vari bassorilievi, non sia uno dei monumenti più conosciuti di Firenze?

Arco di Trionfo Dei Lorena, sculture nella parte superiore – Firenze

La spiegazione a questo enigma va ricercata nella progettazione della piazza e nella folta vegetazione che circondandola, quasi la nega alla vista. Infatti gli alti alberi nascondono l’arco per quasi tutto il percorso lungo la piazza e solo per una decina di metri, lo lasciano libero di essere ammirato perchè nonostante siano più bassi, hanno la giusta altezza per coprire la visuale di chi cammina o passa in auto.

Certo non era così quando nel 1737, l’architetto Jean Nicolas Jiadot giunto apposta dalla Lorena, lo progettò in gran fretta per festeggiare l’entrata in città del Granduca di Toscana: Francesco Stefano di Lorena. Quattromila uomini vi si alternarono al lavoro affinchè fosse terminato per quel giorno del 1739, ma i lavori continuarono anche dopo fino al 1759, con l’aggiunta di statue, bassorilievi e in seguito, scritte commemorative. 

Fu invece l’architetto Giuseppe Poggi (1811-1901) attivissimo a Firenze, noto anche per la progettazione di “Piazzale Michelangelo“, che nel 1865 iniziò i lavori per riqualificare tutta la piazza chiamata allora “Porta San Gallo”, compresa di tutti i palazzi attorno.

Posta San Gallo, Piazza della Libertà – Firenze

Furono costruiti i palazzi con immensi porticati a colonne e archi, la piazza fu isolata e prese forma ellittica dove L’“Arco di Trionfo” si ritrovò sul confine da un lato e quel che resta della “Porta San Gallo” costruita nel 1285, dall’altro.

In mezzo alla piazza fu realizzato un giardino di forma rettangolare che ospita una fontana di forma complessa, abbellita da statue in bronzo di “Apollo e Dafne” poste nel 1973 di Marcello Tommasi (1928-2008).

Monumento Equestre di Francesco Stefano Di Lorena – Vincenzo Foggini – 1739

Dell’imponente arco dall’esterno adesso si riesce a vedere solo l’apice dove svetta il “Monumento Equestre Di Francesco Stefano di Lorena“, purtroppo scolpito in pietra di non notevole pregio e soggetto a corrosione, interessante opera dello scultore Vincenzo Foggini (1701-1755) e i due elaboratissimi gruppi scultorei ai lati rappresentanti la “Vittoria” di Gaetano Masoni e “Trofei Di Schiavi” opera di Girolamo Ticciati (1676-1744) e Jean Michel Guidot , di Guidot è anche la scultura del “Fregio Imperiale” sopra il grande arco.

Arco di Trionfo Dei Lorena, visto dalla piazza – Firenze

A questo punto possiamo affermare con decisione che la stessa imponenza dell’”Arco Di Trionfo” sia la sua disdetta, in quanto l’altezza della struttura non consente di ammirare tutte le particolarità delle pregevoli sculture barocche che anche se di notevoli dimensioni, sono poste tutte nella parte superiore, troppo distanti da qualsiasi punto di vista. Un errore di progettazione che assieme al rifacimento della piazza di metà ‘800, ne annullano la grande qualità decorativa dei maestri scultori, quasi tutti fiorentini.  

Palazzi intorno a Piazza Della Libertà – Firenze

Anche le 12 sculture in stile più classico poste sopra ogni colonna, nonostante la loro altezza di più di 2 metri, subiscono la stessa sorte, impossibilitate nell’essere colte nei loro dettagli, rappresentano divinità tra cui si riconoscono: “Apollo” di Vittorio Barbieri; “Marte” di Niccolò Andreoni; “Giove” di Giuseppe Piamontini (1663-1744); “Giunone” di Giuseppe Giovannozzi; “Ercole” di Romolo Malavisti;  “Mercurio” di Gaspero Bruschi (1710-1780); “Virtus“, “Honos” e “Providentia” di Francesco Franz Janssens che fu l’autore anche dei 4 bassorilievi; “Bonus Eventus” di Giovanni Battista Piamontini (1695-1762); “Aequitas” di Francis Harwood (1727-1783) e “Giano” di Giuseppe Catini.

Sotto a queste sculture l’arco è decorato con bassorilievi e altre decorazioni scolpite in pietra o stucchi, la struttura si apre poi in tre archi di cui il centrale è il più ampio e alto.

Arco di Trionfo Dei Lorena, visione da un lato di Piazza della Libertà – Firenze

A differenza dell’”Arco Di Trionfo” di Parigi dove le sculture più elaborate e grandissime sono poste nei pressi della base, e dell’”Arco di Costantino” a Roma, dove spiccano ricami e decorazioni in tutta la sua totalità, quello fiorentino forse a causa di una realizzazione frettolosa, ha le sue parti più preziose in alto e progressivamente diviene spoglio verso la base, probabilmente per questo motivo l’architetto Poggi contornò la piazza di alberi che al tempo non raggiungevano certo l’altezza e la voluminosità di oggi, ma semplicemente nascondevano la parte inferiore dell’arco lasciandolo spuntare tra la vegetazione, visibile allora da ogni lato del viale tutt’attorno.

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